La prestazione di lavoro autonomo occasionale, generalmente chiamata solo prestazione occasionale, è adatta a chi svolge saltuariamente delle attività professionali.
Non è un’alternativa alla partita iva. Ma uno strumento a cui ricorrere se si rispettano determinate condizioni, che permette di eseguire dei lavori senza necessità di aprirla. Ora stai già pensando “ah sì, quando fai meno di 5.000 Euro all’anno”.
Sfatiamo subito questo mito: 5.000 Euro non è lo spartiacque tra prestazione occasionale e partita iva. Questa cifra tornerà nell’articolo, ma per un altro motivo.
E ora che ho stuzzicato la tua curiosità (perché immagino ora tu stia fremendo per saperne di più), vediamo quali sono i veri limiti della prestazione occasionale.
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Quali sono i limiti della prestazione di lavoro autonomo occasionale?
Puoi ricorrere alla prestazione occasionale per svolgere delle attività professionali saltuarie caratterizzate dall’assenza di:
abitualità – per ogni singolo committente puoi lavorare solo una volta all’anno
professionalità – non si possono svolgere le attività per le quali è prevista l’iscrizione ad un albo (come avvocato, medico, ingegnere,…)
continuità – puoi lavorare in questo modo solo in maniera saltuaria
coordinazione – l’attività non deve essere organizzata né coordinata dal committente
Inoltre, non puoi pubblicizzare la tua attività. Né online né offline.
E quindi i 5.000 Euro?
Eccoci arrivati. Ora ti svelerò cos’è realmente il limite dei 5.000 Euro.
Sotto questo importo non devi versare i contributi previdenziali. Sopra devi iscriverti alla gestione separata INPS e versarli per l’importo eccedente questa “soglia di esenzione”.
Quindi, se in un anno ricorri alla prestazione occasionale per un totale di 3.000 Euro devi pagare al massimo l’IRPEF. Ma se l’importo complessivo è di 8.000 Euro devi pagare l’IRPEF sul totale del compenso (esclusi i rimborsi spese) e i contributi previdenziali su 3.000 Euro.
E i contributi sono per 1/3 a carico tuo e per 2/3 a carico del committente.
Quindi sì, se rispetti tutti i paletti di cui abbiamo parlato puoi incassare ben più di 5.000 Euro, ma devi iscriverti alla gestione separata INPS e versare i contributi.
Cosa fare per lavorare con la prestazione occasionale?
Prima di iniziare a lavorare è bene mettere nero su bianco tutte le condizioni con il committente: la tipologia della prestazione, i tempi di consegna, o la durata della collaborazione, e l’ammontare del compenso.
Al termine del lavoro io ti consiglio di emettere una proforma che riepiloghi l’importo lordo della prestazione, le eventuali ritenute (ne parleremo tra poco) e il compenso netto che il committente deve versare.
Dopo il pagamento invece devi emettere la ricevuta di prestazione occasionale. E se l’importo è superiore a 77,47 Euro ricordati di applicare una marca da bollo da 2 Euro che abbia una data di emissione uguale o precedente alla ricevuta.
La comunicazione preventiva (la novità del 2022)
A fine 2021 è stato convertito in legge il DL 146/2021. In questa occasione è stata introdotta una novità importante. I committenti ora hanno l’obbligo di comunicare preventivamente all’Ispettorato del Lavoro di competenza l’inizio dell’attività di soggetti inquadrati come lavoratori autonomi occasionali (come già si fa per i lavoratori intermittenti).
La comunicazione può essere effettuata tramite diversi sistemi:
- on line, attraverso il sito internet servizi.lavoro.gov.it
- tramite posta elettronica certificata (oec)
- via sms
- tramite app
- via fax (solo in caso di malfunzionamento dei sistemi informatici)
In caso di mancata comunicazione preventiva per il committente è prevista una sanzione amministrativa pecuniaria che va da 500 a 2.500 Euro.
Quali sono le ritenute?
Sul compenso della prestazione di lavoro autonomo occasionale possono essere operate due diverse ritenute: la ritenuta d’acconto, per le imposte sul reddito, e la ritenuta INPS, per i contributi previdenziali.
Se il tuo committente è un sostituto d’imposta, ovvero ha una partita iva e non è in regime forfettario, dovrà trattenere il 20% del tuo compenso a titolo di ritenuta d’acconto e poi versarla all’Agenzia delle Entrate per te.
Se hai eseguito il lavoro nei confronti di un privato o di qualcuno che ha optato per il regime forfettario invece non dovrai applicarla.
La ritenuta previdenziale invece è quella relativa ai contributi INPS che, come abbiamo visto, devi versare se superi i 5.000 Euro di compensi nell’anno (sulla quota eccedente). E come detto, 1/3 è a tuo carico, ma la versa il committente insieme alla sua parte.
L’anno successivo (di solito verso la fine di marzo) il tuo cliente ti invierà la Certificazione Unica che attesta l’ammontare dei compensi e dei versamenti effettuati.
Bisogna fare la dichiarazione dei redditi?
Anche qui dipende dal caso in cui ti trovi e dagli importi di cui stiamo parlando.
Se nel corso dell’anno hai lavorato solo con la prestazione occasionale, non hai altri redditi e il totale dei tuoi compensi è inferiore a 4.800 Euro sei esentato dal presentare la dichiarazione dei redditi. Questo perché con una cifra del genere l’IPREF a tuo carico è pari a 0.
Ma
C’è un grande ma
Se qualcuno dei tuoi clienti ha operato la ritenuta d’acconto vuol dire che ha versato degli acconti per la tua IRPEF. E con la dichiarazione dei redditi puoi recuperarli.
Considerando che oggi con la dichiarazione precompilata è facilissimo (puoi farla da solo) e che se non lo fai perdi quei soldi, ti conviene assolutamente.
Se invece superi i 4.800 Euro o hai altri tipi di reddito (come ad esempio quelli da lavoro dipendente) sei obbligato a presentarla, inserendo il totale delle prestazioni alla voce “redditi diversi”, che si sommeranno agli altri redditi. Le ritenute che ti sono state fatte compariranno come acconti sull’imposta.
E tu dovrai versare la differenza.
Se vuoi puoi scaricare il mio modello per la ricevuta.
Attività particolari
Ci sono delle attività particolari che, anche se svolte sporadicamente, non rientrano nella prestazione occasionale. Si tratta di tutti quei lavori che hanno a che fare con le opere d’ingegno. Vale a dire la scrittura (di qualsiasi genere), pittura, fotografia, musica e creazione di software o app.
In questo caso, se vieni pagato per realizzare un’opera commissionata dal tuo cliente, puoi ricorrere alla cessione del diritto d’autore. Molte persone fanno confusione tra questi due strumenti perché in entrambi i casi si fa una ricevuta e c’è la ritenuta d’acconto del 20%.
Ma sono due cose completamente diverse. Si utilizzano in situazioni diverse e hanno regole proprie.
Eccoci arrivati alla fine di questa panoramica sulla prestazione occasionale. Spero che ora ti sia più chiaro quando può essere usata.
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