Hai deciso di intraprendere una nuova attività lavorativa e sarai un freelance. Ottimo, a questo punto, una delle prime domande che devi porti è: come mi regolo con le tasse e le imposte?
Lo so, non è l’aspetto più esaltante del tuo nuovo lavoro (e nemmeno di uno vecchio) e preferiresti dedicarti ad altro. Ma è una questione imprescindibile, che tutti dobbiamo affrontare. Dando per scontato che non risponderai: “Le evado e buonanotte”, vediamo quali sono le opzioni disponibili e analizziamo quello con cui probabilmente inizierai.
Attualmente, i regimi IVA per i liberi professionisti sono tre:
- regime forfettario;
- contabilità ordinaria;
- contabilità semplificata.
A questi tre si aggiunge la prestazione occasionale, nota anche come “ritenuta d’acconto”, a cui puoi ricorrere per un’attività sporadica o mentre adempi a tutti gli obblighi burocratici per la Partita IVA. Tieni a mente che i limiti per le prestazioni di servizi sono: Euro 5.000 di ricavi e 30 giorni di lavoro nel corso dell’anno. Oltre questi parametri è obbligatoria la Partita IVA.
La scelta tra i diversi regimi dipende prima di tutto dal rispetto dei requisiti minimi. Vediamo quali sono quelli dell’attuale sistema forfettario.
Regime forfettario 2022
Il regime forfettario 2022, è una soluzione che semplifica al massimo la vita del libero professionista con Partita IVA. Chi lo adotta infatti beneficia di un’imposta sostitutiva unica che sostituisce tutto il resto, a eccezione di quanto dovuto all’INPS. Inoltre evita buona parte della gestione amministrativa.
Nel dettaglio il regime forfettario prevede:
- imposta sostitutiva del 15% al posto di IRPEF, IRAP, eccetera (c’è un ulteriore vantaggio in alcuni casi, poi ti spiego);
- contributi INPS del 26,23% o della cassa di previdenza di riferimento;
- esenzione dall’applicazione dell’IVA sui ricavi e impossibilità di dedurre l’IVA sugli acquisti;
- esenzione dalla ritenuta d’acconto sulle fatture emesse;
- esonero dall’obbligo di tenere le scritture contabili. Chi accede a questo regime deve semplicemente emettere e conservare le fatture per i suoi compensi, numerare e conservare le fatture di acquisto o le bolle doganali e compilare il modello Intrastat per le operazioni intracomunitarie.
Anche se le fatture di acquisto devono essere conservate, non è possibile dedurre i costi sostenuti per l’attività. Il sistema infatti prevede che la base imponibile per le imposte sia determinata con una percentuale forfettaria sui ricavi. Per la maggior parte delle attività professionali si applica la percentuale del 78%.
Requisiti per l’accesso al regime forfettario
Per usufruire dei benefici del regime forfettario, nell’anno precedente a quello d’imposta:
- non devi aver percepito un reddito da lavoro dipendete o assimilato superiore a Euro 30.000 (questo requisito non si applica se il rapporto di lavoro è terminato);
- i ricavi del tuo lavoro autonomo non devono essere stati superiori a Euro 65.000;
- le spese sostenute per lavoro accessorio, lavoratori dipendenti e collaboratori non ha superato i 20.000 Euro.
Fintanto che rispetti questi parametri, puoi usufruire dei vantaggi del regime forfettario, senza limiti di tempo. Se dovessi superarne anche uno solo, l’anno successivo dovrai passare al regime ordinario o semplificato, salvo poter optare nuovamente per questo sistema se dovessi rispettare nuovamente i limiti.
Vediamo un paio di esempi pratici
Nel 2021 usufruisci del regime forfettario. A fine ottobre ti accorgi di aver emesso fatture nel corso dell’anno per 80.000 Euro. Potrai restare ancora in questo sistema fino al 31/12/2021 continuando a emettere le tue fatture nello stesso modo. Dal 1/1/2022 passerai alla contabilità semplificata.
Facciamo un piccolo viaggio nel futuro (ammesso che la legge non cambi). Nell’arco di tutto il 2022 fatturi solo 18.000 Euro e non hai sostenuto spese per collaboratori e simili. Bene, per tutto il 2022 dovrai comunque mantenere la contabilità semplificata, ma dal 1/1/2023 potrai tornare al regime forfettario.
In pratica devi adottare lo stesso sistema per l’intero anno e ogni anno puoi passare da uno all’altro in base ai tuoi requisiti.
Cause di incompatibilità con il regime forfettario
Ci sono delle situazioni che rendono incompatibile l’adozione del regime forfettario:
- la partecipazione in una società di persone (s.n.c. o s.a.s.) o a un’impresa familiare
- l’esercizio di un controllo diretto o indiretto in una società a responsabilità limitata (s.r.l.) che eserciti un’attività riconducibile a quella della partita iva per la quale vorresti il regime forfettario
Imposta sostitutiva del 5%
Come ti ho accennato prima, il regime forfettario prevede un ulteriore vantaggio per l’applicazione dell’imposta sostitutiva. In alcuni casi, viene infatti ridotta dal 15 al 5% per le nuove partite IVA. Questo beneficio viene applicato nei primi cinque anni di attività o fino al compimento dei 35 anni di età. Conta la condizione che si verifica per ultima. Quindi se hai 33 anni, godrai dell’agevolazione per 5 anni, così come se ne hai 40, ma se ne hai 28 potrai farlo fino al tuo 35° compleanno, ovvero per 7 anni.
Puoi applicare questa aliquota se:
- non hai praticato altre attività di impresa, artistiche o professionali nei tre anni precedenti all’apertura;
- la tua nuova attività non costituisce la prosecuzione di un’attività precedentemente svolta sotto forma di lavoro dipendente o autonomo (esclusi i periodi praticantato obbligatorio previsti per legge).
Ovviamente questo discorso vale fintanto che rispetti i requisiti minimi per il regime forfettario.
E se fatturi più di 65.000 Euro all’anno o superi uno degli altri limiti?
In questo caso dovrai passare a uno degli altri regimi previsti per la Partita IVA. Generalmente i liberi professionisti optano per la contabilità semplificata; se proprio ci tieni potresti anche utilizzare quella ordinaria. Volendo potresti anche scegliere uno di questi fin da subito. Tuttavia, a meno che tu non sappia già che avrai ricavi molto alti fin dal primo anno, o prevedi di sostenere costi elevati, che quindi ti farebbe comodo dedurre, sarebbe una scelta controproducente.
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Il docente è un commercialista che si occupa esclusivamente del regime forfettario e ne conosce quindi ogni aspetto.
Come ti sembra il regime forfettario? I limiti ti sembrano adeguati? E il fatto di non poter dedurre i costi reali potrebbe scoraggiarti dall’utilizzarlo?