Bilancio sociale: strumento di comunicazione per le imprese

Bilancio sociale: strumento di comunicazione per le imprese

Mi piace l’idea di prendere strumenti tipici di alcuni settori o di alcune tipologie di società e applicarli a tutte le attività, come ho fatto con i costi fissi e variabili. Credo siano utili. Ovviamente in molti casi vanno adattati o semplificati, perché una microimpresa non ha le stesse risorse di una grande S.p.A., né le stesse necessità.

Per questo voglio parlarti del bilancio sociale e di come come secondo me possa essere sfruttato da tutte le imprese e dai professionisti come strumento di comunicazione.

Il bilancio sociale è un documento che deve essere redatto annualmente dagli Enti del Terzo Settore (le non profit). È una sorta di resoconto delle attività svolte, dei risultati raggiunti e dell’organizzazione aziendale. E mostra anche quali sono i valori e la filosofia di lavoro della società.

È una sorta di fusione tra dati numerici, economici e statistici, e racconto. Non ha quindi solo un valore informativo ma anche comunicativo.

Per questo penso che sia uno strumento utile per tutte le attività. Di qualsiasi dimensione e qualunque settore. Anche per te.

La mia esperienza con il bilancio sociale

Lavoro da alcuni anni in una cooperativa sociale, una tipologia di ente che già da tempo deve obbligatoriamente presentare il bilancio sociale. Quando sono arrivata, il nostro non si poteva guardare.

No, non è una critica verso le persone con cui lavoro. Sono consapevoli anche loro che era brutto. L’intento era semplicemente adempiere ad un obbligo.

Il bilancio sociale, obbligatorio per gli Enti del Terzo Settore, unisce dati numerici e racconto. Per questo è uno straordinario strumento comunicativo per tutte le imprese.
La copertina del nostro ultimo bilancio sociale

Io però sentivo una certa connessione con questo documento. Dopotutto unisce numeri e parole. Un po’ come le mie due anime. In effetti il primo titolo di questo articolo era “Io sono bilancio sociale”. Poi per fortuna ho optato per qualcosa di più chiaro. Ma stiamo divagando. Torniamo alla mia storia.

Ho chiesto di poter mettere le mani sul nostro bilancio sociale. I miei direttori hanno accettato e si sono messi a tavolino con me per discutere del tono, del formato e della struttura. Lo abbiamo completamente stravolto. Rifatto praticamente da zero. E ora è qualcosa che ci piace mostrare.

Racconta cosa abbiamo fatto, da dove vengono i nostri ricavi e come li usiamo, il nostro punto di vista sui servizi che offriamo, e chi sono le persone che lavorano con noi.

Il bilancio sociale come strumento di marketing

Come hai visto, il bilancio sociale soddisfa praticamente tutti i requisiti di uno strumento di marketing.

E nelle mani di un’azienda, anche micro, che non ha alcun obbligo circa la forma o le informazioni che deve contenere può diventare un’arma molto potente.

Già raccontare ai tuoi clienti, acquisiti e potenziali, e ai tuoi partner (in breve, nessuno leggerebbe un pippone da 300 pagine) chi sei tu, chi sono i tuoi collaboratori e dipendenti, cosa hai fatto rafforzerà la tua immagine.

Ma ora pensa a cosa succederebbe se nella realizzazione coinvolgessi anche queste persone, chiedendo il loro parere e i loro consigli. Il tuo bilancio sociale diventerebbe un momento di valutazione del tuo operato e di riflessione sugli obiettivi per il nuovo anno, dimostrando il tuo impegno a migliorare e la tua disponibilità al confronto.

Oppure, accanto al tuo lavoro potresti raccontare cosa tu e la tua azienda fate per la comunità. Non devono per forza essere grandi cause. Anche i progetti rivolti ai tuoi dipendenti o il coinvolgimento in eventi o progetti aperti a tutti i cittadini (tra cui ci sono i tuoi dipendenti e probabilmente anche molti collaboratori, fornitori e clienti e le loro famiglie) meritano di essere conosciuti.

Esistono moltissime piccole aziende che sono impegnate in questo senso. Lo trovo un gesto di grande responsabilità che dimostra che tipo di persona sei, che tipo di impresa gestisci e in cosa credi.

E ti svelo un grande segreto (che poi tanto segreto non è): alle persone piacciono le aziende e i professionisti che condividono i loro valori.

Da dove iniziare?

Come ti ho detto all’inizio, per gli Enti del Terzo Settore il bilancio sociale è obbligatorio per legge. E per questo esistono delle indicazioni precise sulle informazioni che devono essere inserite.

Ma se la tua attività non fa parte di questo settore, sei completamente libero di fare ciò che vuoi. Questo può essere un bene o un male.

Da un lato infatti puoi decidere in piena libertà quali siano le informazioni più significative. Dall’altro potresti soffrire la sindrome da foglio bianco.

In questo caso potrebbero esserti utili le linee guida per la redazione del bilancio sociale degli Enti del Terzo Settore. [https://www.lavoro.gov.it/documenti-e-norme/normative/Documents/2019/DM-04072019-Adozione-linee-guida-redazione-bilancio-sociale-enti-Terzo-settore.pdf] Usale come punto di partenza. Se qualche elemento non ti convince saltalo e integrale con tutto ciò che ti sembra rilevante.

Per quanto riguarda la forma, potresti optare per un video. Funziona molto bene. Ma se credi sia troppo impegnativo o se non ti senti a tuo agio davanti a una videocamera, le slide sono una buona alternativa. Non esagerare con i testi. Usa foto, immagini e grafici.

Brevità, semplicità e chiarezza sono i tre capisaldi di questo tipo di comunicazione per me.

Ora però voglio sapere cosa ne pensi tu. Come vedi l’idea di usare il bilancio sociale come strumento di marketing?

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